Terzo Giorno – 15 Marzo

Questa terza giornata capitolare si è aperta con l’abituale Celebrazione Eucaristica presieduta dal decano dei Capitolari, padre Adolfo Lippi (omelia disponible qui). Con lui hanno concelebrato i padri Gianluca Garofalo e Sandro Pippa.

Celebrazione Eucaristica del 15 marzo

Dopo colazione sono cominciati i lavori della mattinata. La Comissione Centrale del Capitolo ha presentato l’agenda giornaliera sottoponendola a votazione. Dopo l’esito positivo e l’approvazione dell’ordine del giorno, i Capitolari divisi in 6 gruppi di lavoro, hanno iniziato le discussione inerenti il Piano di Riqualificazione Carismatica.

La mattinata si è conclusa con la presentazione, da parte di ogni segretario di gruppo, dei risultati delle discussioni inerenti al Piano di Riqualificazione Carismatica.

Capitolari in preghiera prima della sessione

Dopo la pausa per il pranzo, i lavori sono nuovamente ripresi in Aula. Dopo la preghiera di inizio sessione, i Capitolari hanno dunque dialogato e condiviso le strategie inerenti il Piano di Riqualificazione Carismatica. I temi principali affrontati sono stati:

L’importanza di prendere decisioni; l’insistenza sui progetti; il richiamo all’unità e all’estensione della Provincia; la Pastorale Giovanile-Vocazionale e la Missione come faro della Riqualificazione; gli scenari di investimento; l’importanza di definire i criteri di riqualificazione; il richiamo al distacco evangelico per le decisioni di investimento e riqualificazione; gli elementi di convergenza delle discussioni capitolari; l’importanza dello sguardo sul futuro.

A seguito di ciò, esaurite le domande e le chiarificazioni all’interno dell’assemblea, si è proceduto con quattro tornate di voto.

Strumenti per lo svolgimento del voto in Aula

Concluso il lavoro pomeridiano, come di consueto, i Capitolari si sono ritrovati nella Capella della Casa di Esercizi per la recita del Vespro, guidato da padre Paolo Cortesi. Dopo la Lettura Breve, lo stesso padre, missionario in Bulgaria, ha ricordato il Beato Martire, Eugenio Bossilkov, di cui oggi, il 15 marzo, ricorre l’anniversario di Beatificazione.

Preghiera del Vespro guidata dal missionario in Bulgaria, Paolo Cortesi

Omelia della celebrazione eucaristica del terzo giorno di Capitolo di padre Adolfo Lippi

Comincio quest’oggi innanzi tutto col ricordare e ringraziare il Signore e i fratelli per la tanta vita che ho vissuto in questo luogo. Venni qui per la prima volta, pensate nel 1959, e nel capitolo generale straordinario di cui siamo rimasti testimoni solamente io e Confratel Sergio (Maino), qui presente. Per ciò che mi è stato dato in tutti questi anni vorrei ringraziare il Signore!

Passando alla liturgia di oggi, un primo pensiero vorrei farlo sull’esperienza, che da anni conduco, di dialogo con l’ebraismo. Gesù infatti sembra dirci: “non crediate che io sia venuto a formare una nuova religione! A sostituire una religione particolare con una universale”.  Gesù è contro questa mentalità, possiamo dire, illuminista e ideologica. Noi siamo radicati in Israele. E Israele vive una passione che parte da Adamo e arriva ad Auschwitz ed è importante tenere d’occhio ciò che accade nei nostri tempi. Gesù stesso ci dice: “Sapete comprendere i tempi in cui vivete?”. Ma per approfondire questo tema, vi rimando a un libro presentato poco tempo fa: Teologia di Israele. Teologia dei popoli.

Un secondo pensiero col quale vorrei proseguire riguarda, invece, la giustizia di Dio, di cui parla la prima lettura. Dio, il nostro Dio, è un Dio della Giustizia e della verità. Mi viene in mente la testimonianza di Benedetto XVI, il quale diceva che senza giustizia e senza verità cadiamo nel relativismo, in un certo buonismo. Attraverso di esso, nella lotta per la vita, ci teniamo a galla e scartiamo ciò che reputiamo inutile. Ma lo stesso Papa Francesco ci ricorda che la cultura dello scarto va combattuta. Ricordate le parole di Gesù: “Ciò che fate al fratello lo fate a Me!” Dunque Dio è un Dio della giustizia e della verità; perché un Dio senza giustizia e senza verità non è il Dio di Abramo, di Giacobbe, di Gesù, di Maria, degli apostoli, dei santi e di San Paolo della Croce, ma è un idolo! Anche il Papa ci mette in guardia dicendo che si può essere vescovi, monaci e monache e adorare un idolo! Che cosa terribile! Io, che potrei presentarmi dinnanzi al tribunale di Dio da un giorno all’altro, tremo a questo pensiero; al rischio di essere stato idolatra nel corso della mia vita, idolatra di me stesso prima di tutto. Quindi dinanzi a questa realtà, quella della deriva del Dio della giustizia e della verità con il rischio del relativismo e del modernismo, bisogna ribadire la necessità di essere testimoni. Oltre a qualche atto penitenziale urge mettersi in atteggiamento penitenziale, in atteggiamento di ascolto per una illuminazione. Perché di solito si è ciechi, come erano ciechi quelli che dicevano: “noi abbiamo Abramo, abbiamo Isacco, abbiamo Mosè”, e non riconoscevano Gesù Cristo. E noi abbiamo Gesù Cristo? Lo riconosciamo? Come facciamo a riconoscere Dio? Ci vuole un cuore aperto, perché senza un cuore giusto e aperto si sbaglia la strada a Dio. Senza un cuore aperto, Dio non è con te, anche se stai tutto il giorno in Chiesa. Come i sacerdoti che passavano tutto il giorno nel Tempio e non riconobbero il Cristo. O come il re Davide che pensava di occultare il suo peccato con Betsabea e si sente dire: “Tu sei quell’uomo!” La grandezza di Davide sta nell’essersi pentito! Non tanto nel non commettere peccati, ma nel pentirsi, essere capaci di chiedere scusa con cuore aperto. Noi passionisti dovremmo essere maestri in questo. Dovremmo vigilare affinché la croce non sia svuotata, ma sia mantenuta nella sua realtà! Maestri nel chiedere luce nel male, nel non rimanere accecati.

L’accecamento (cui parla San Paolo) non è solo di quelli che non hanno conosciuto Cristo, ma può riguardare ognuno di noi. Contro queste cecità è indispensabile un atteggiamento penitenziale ordinario, come anche testimonianza per le generazioni future. Tutto questo con fiducia perché sopra di noi c’è la misericordia del Signore. Concludo dunque invocando la misericordia di Dio su tutti noi con questa eucaristia, per la guarigione e la liberazione da ogni male e da ogni potere del Maligno.

Secondo Giorno – 14 Marzo

Il secondo giorno del Capitolo si è aperto con la consueta Celebrazione Eucaristica, presieduta dal padre Luigi Vaninetti (omelia disponibile qui). Con lui, oltre a padre Nuno Ventura, ha anche concelebrato padre José Queirós che in questo giorno ha ricordato il 59º anniversario di Ordinazione Sacerdotale.

Celebrazione Eucaristica del 14 marzo.

Nella Messa sono stati anche ricordati tutti i Confratelli della Provincia deceduti in quest’ultimo mandato. Pieni di riconoscenza li ricordiamo.

Sucessivamente, sono cominciati i lavori in Aula Capitolare. Dopo la preghiera di Invocazione dello Spirito Santo è stata presentata dall’Economo Provinciale, padre Vincenzo Fabri, la prima parte della sua Relazione. A seguire, i Capitolari hanno discusso alcuni argomenti economici precedentemente evidenziati. I principali temi sono stati:

Chiarimenti sull’economia locale; l’alienazione dei conventi chiusi; il modello economico provinciale; i contratti di fornitura energetica e gestione del personale a livello provinciale; l’economia in Angola; gli economi di Area; il confronto con la situazione economica di altri Istituti religiosi; i compiti e la formazione dell’Economo locale; la possibile donazione dei beni; l’affidamento dei compiti di economato a figure esterne.

Dopo la pausa di metà mattina, alla seconda parte della Relazione Economica, è seguita novamente la discussione in Aula. I nuovi temi affrontati sono stati:

Le infermerie; la pianificazione a lungo termine; i mutui; gli Uffici specifici per l’Amministrazione e l’Economia; la sostenibilità economica delle grandi strutture.

Presentazione della Relazione Economica Provinciale da parte del padre Vincenzo Fabri

La sessione pomeridiana di questo secondo giorno si è aperta con ulteriore chiarimenti riguardanti la Relazione Economica Provinciale. In particolare, la discussione ha riguardato:

La destinazione delle strutture per la Pastorale Giovanile; le prospettive per le case di Esercizi Spirituali; l’esubero delle strutture.

Dopo queste ultime questioni di carattere economico, la parte finale del pomeriggio è stata dedicata alla presentazione del Piano di Riqualificazione Carismatica, esposto da Padre Matteo Piccioni. Dopo di ciò è seguita la consueta discussione. I punti toccati sono stati:

I criteri di scelta di investimento; le strategie di riqualificazione e sostenibilità; le considerazioni sulle scelte legate al Carisma; la riflessione sui Laici e la Famiglia Carismatica.

I lavori di questo secondo giorno capitolare sono stati dunque conclusi con l’intervento del Padre Generale che ha invitato i membri del Capitolo a dedicare un momento alla meditazione e alla riflessione personale prima della preghiera comunitaria vespertina.

Preghiera del Vespro guidata da padre Roberto Fella

Omelia della celebrazione eucaristica del P. Luigi Vaninetti

Vogliamo oggi farci interrogare dalla Parola. Essa provoca la realtà, senza mistificarla e senza fare buonismo. Essa si muove nei limiti delle relazioni che noi stessi viviamo, illuminandole e guarendole, mediante l’evento di Cristo che ci raggiunge. Il Vangelo ci provoca a perdonare “non sette volte ma settanta volte sette”. Il richiamo, per chi ha familiarità con la Parola di Dio, è il cantico di Lamech. Nel libro della Genesi, infatti, quando la violenza fratricida di Caino si scatena, il male diventa una forza senza controllo che solo la legge del taglione sembra poter limitare. Difronte a ciò Lamech risponde in maniera ancora diversa: “Se ricevo una ferita ti uccido, quattro volte sarò vendicato!”. Questo grido esprime l’esplosione della vendetta. La domanda ci interpella: “quante volte dovrò perdonare?”

Sembra che per il pio israelita, perdonare tre volte fosse un’opera meritoria; perdonare quattro volte rappresentava un’opera super meritoria. Il discepolo di Gesù sembra chiamato dunque a perdonare sette volte… Ma Gesù ci fa uscire da questa logica! Non contano più logiche meritorie o super meritorie, non conta più il calcolo. C’è una logica diversa: la logica della novità del Regno. Non la logica del merito ma la logica dell’incontro del Regno! La parabola di oggi ci illumina su questo.

La parabola è costruita su tre scene.

La prima scene è inverosimile: un tale era debitore di 10000 talenti cioè 10000 anni di lavoro! Esagerato, non basta una vita per sanare questo debito! Nulla può saldarlo. É inverosimile e questo perché, questo racconto, parla della relazione tra Dio e l’uomo. Questo linguaggio allusivo ci vuole far capire in che orizzonte siamo. Inoltre, vediamo come la preghiera del servo sia una preghiera molto povera, sembra dire: “abbi pazienza un momento, e sistemo tutto!”. Che povera la sua preghiera! È la nostra preghiera! Eppure il cuore del padrone viene toccato: la makrothumia  (μακροθυμία) del padrone che condona tutto. Allude alla relazione di Dio con noi e noi con Dio.

La seconda scena entra nel reale, quello che noi chiamiamo il reale delle nostre relazioni storiche. Questa volta in posizione di rilievo troviamo non un re o un padrone, ma il servo. E il servo si relazione con un suo servo, cioè un suo simile. Il debito è 100 denari: 100 giornate di lavoro. Un buon debito ma con un po’ di impegno facilmente assolvibile. Mentre nella prima scena il debito era inverosimile, ora è estinguibile. Notate che il servo della seconda scena prega con la stessa preghiera usata nella prima scena. Il servo prega il servo suo simile: “abbi pazienza con me!”, ma questa volta non trova accoglienza, non ottiene compassione. Alla fine la parabola diventa la denuncia del discepolo che riceve perdono ma non sa farlo; riceve misericordia ma non sa fare misericordia; è graziato e non sa rendere grazie! Ecco la denuncia di Gesù; ecco la novità del Regno. Una legge che va oltre la legge, la novità dell’esperienza di Dio che diventa novità nei rapporti, in cui il perdono, cioè il dono di sé, diventa centro della relazione. Questo nella nostra vita fraterna è importante.

Chiudo ora con la prima lettura che ci richiama il cantico di Daniele, che è stato oggetto della lectio fatta nell’ultima assemblea provinciale e che è stata una lectio penitenziale. “Non abbiamo più né principe, né profeta, né luogo per presentarti olocausto, incenso e primizie per trovare misericordia”. Sembra di sentir risuonare le domande di ieri riguardo il disagio che siamo chiamati ad abitare. Dinnanzi ad esso la tentazione è voler trovare immediatamente una soluzione. Ma in questo disagio il profeta ci dice: “ora ti seguiamo con tutto il cuore! Ora ti temiamo e cerchiamo il tuo volto!” Ieri il padre Generale ci invitava a riflettere su cosa volesse dire cercare, anelare, al volto di Dio. Siamo chiamati infatti a seguirlo oggi in questa realtà in cui alcuni riferimenti sono venuti meno. Forse anche noi non siamo stati fedeli; forse stiamo abbandonando la via della fedeltà. Vogliamo dunque oggi innanzi tutto riacquistare quella!

Che il Signore ci aiuti in questa avventura personale e comunitaria ad essere discepoli. Discepoli segnati da ferite e limiti della storia, segnati da ferite e limiti personali, ma nonostante tutto in cammino fiduciosi della fedeltà di Dio.

Primo Giorno – 13 Marzo

La giornata che ha aperto il III Capitolo Provinciale MAPRAES è iniziata con la Celebrazione della Santa Messa presieduta dal padre Generale, Joachim Rego. La Messa votiva dello Spirito Santo ha introdotto nel clima di discernimento e consapevolezza dell’importante lavoro che i padri capitolari si appresteranno a compiere nei prossimi giorni. Si possono leggere i passaggi salienti dell’omelie del padre Generale qui.

Messa di inizio Capitolo presieduta dal Superiore Generale padre Joachim Rego

Successivamente, riuniti in Aula, dopo l’Invocazione dello Spirito Santo, i capitolari hanno dato inizio ai lavori con il saluto del Superiore Provinciale, padre Luigi Vaninetti, a cui è seguita la Relazione del Superiore Generale.

Dopo questo si è passati alle formalità canoniche di inizio Capitolo:

Approvazione del Moderatore: Padre Antonio Maria Munduate Larrea;
Presentazione dei Padri Invitati: padre Juan Manuel Benito Martin (provinciale SCOR), padre Rui Miguel Rodrigues de Carvalho;
Appello dei Capitolari: 49 su 51 presenti; assenti due capitolari (padre Francesco Guerra e padre Matteo Nonini che arriveranno nei prossimi giorni);
Approvazione del Regolamento per il III Capitolo Provinciale MAPRAES;
Conferma del Segretario e proposta dell’assistente della Segreteria: Padre Luigi Procopio e Confr. Gianluca Mirra;
Proposta degli Scrutinatori: Padre Carlo Maria Romano e Padre André Michael Almeida Pereira;
Approvazione dell’Agenda: è stata chiesta l’approvazione giornaliera dell’Agenda.

I lavori della mattinata si sono poi conclusi con la presentazione della prima parte della Relazione del padre Superiore Provinciale (consultare qui) e con il sondaggio per l’elezione dei membri della Comissione Centrale del Capitolo (C.C.C.)

Nella sessione pomeridiana poi, il Superiore Provinciale ha concluso l’esposizione della sua Relazione e si è passati alla discussione in aula che ha toccato alcuni argomenti precedentemente trattati. I temi principali sono stati:

Le scelte strategiche; l’area Ovest; gli incontri dei giovani religiosi online; l’Evangelizzazione; l’autorità del Governo sul territorio e il rapporto tra governo e base; i santuari; i mass media; l’importanza della tradizione Passionista; la figura del Superiore locale, l’obbedienza sincera e l’autoreferenzialità; lo smarrimento nel mondo d’oggi; il problema delle strutture; Lourdes e la Francia; la pastorale in Bulgaria; la Pastorale Giovanile; l’ascolto del mondo; il disagio circa la rappresentatività della base al Capitolo; la conoscenza reciproca dei religiosi; la pastorale specifica nelle parrocchie; la Formazione dei formatori; le possibili forme di Governo Provinciale; l’interscambio delle persone nella Provincia.

Infine, i lavori pomeridiani si sono coclusi con l’elezione dei membrei della C.C.C. Sono stati eletti i padri Leonello Leidi, Giuseppe Adobati e Daniele Pierangioli.

Padre Leonello Leidi
Padre Giuseppe Adobati
Padre Daniele Pierangioli

La giornata di lavori si è conclusa con la preghiera del Vespro, presieduta da padre Federico di Saverio.

Preghiera del Vespro, presieduta da padre Federico di Saverio

Omelia della celebrazione di inizio capitolo di Padre Generale Joachim Rego

Ci troviamo insieme questa settimana, e questa mattina, come i discepoli di Gesù, insieme a Gesù. Non siamo qui come manager o come operai di una ditta, ma come fratelli in comunità, come discepoli di Gesù. Siamo qui per celebrare quello che nella nostra Congregazione chiamiamo capitolo, per valutare ed esaminare in che modo stiamo seguendo Cristo in questo tempo, come passionisti.

Oggi all’inizio di questo capitolo vogliamo prima di tutto verificare dentro di noi come stiamo.

Come siete arrivati qui oggi? In che condizioni? Cosa sta avvenendo dentro di voi?

Abbiamo iniziato questa celebrazione, questa mattina, cantando e invocando lo Spirito Santo. Abbiamo ripetuto numerose volte: vieni, vieni Spirito Santo! Lo intendevamo dire davvero? Mentre cantavamo, mentre dicevamo quelle parole, il nostro cuore si stava davvero aprendo per permettere allo Spirito di entrare? Oppure questa celebrazione, questa preghiera è solamente un servizio, un rito vuoto delle labbra? Cosa sta avvenendo dentro di voi?

Vi state aprendo o ci sono dei blocchi? Ci sono dei conflitti dentro di voi? Ci sono delle paure che stanno bloccando la venuta dello Spirito? Ci sono ambizioni a cui state puntando? Sappiate che le ambizioni rappresentano un blocco per lo Spirito Santo. Qualche istante fa, nel salmo, abbiamo pregato insieme usando le parole del salmista: “la mia anima ha sete del Dio vivente; quando potrò vedere Dio faccia a faccia?” Quale meraviglioso desiderio è per un figlio di Dio voler essere vicino a Dio! In questo tempo di quaresima siamo invitati da Dio ad avvicinarci a Lui. Oggi quando avete pronunciate quelle parole: “la mia anima ha sete del Dio vivente”, nel profondo di voi stessi come vi siete sentiti? La vostra anima oggi ha davvero sete del Dio vivente? O sono solo delle parole che abbiamo detto e non ci ricordiamo più nemmeno di averle pronunciate?

“La mia anima ha sete, ha sete, del Dio vivente.

Questo nostro Dio non è lontano da noi! Questo nostro Dio non è un Dio che non si prende cura di noi! Ma è un Dio vivente che agisce ed è in mezzo a noi! Questo Dio vivente ci accompagnerà in questi giorni di capitolo. La domanda è dunque: “come farò io ad aprirmi per permettere a Dio di accompagnarmi in questi giorni? Sono venuto qui in questi giorni con un cuore aperto?”

É vero, è stata fatta tutta la preparazione per questo capitolo. Ma lo Spirito continua a muoversi in noi, in ogni momento della nostra vita! Siamo in ascolto di ciò che avviene nel mondo, nei fratelli e nelle sorelle accanto a noi? Siamo in ascolto di ciò che la Parola di Dio ci sta chiamando a vivere in questo tempo di quaresima? Sono aperto all’ascolto dello Spirito Santo? Sono venuto a questo capitolo con la libertà di Spirito? O forse venendo qui ho già nel mio cuore ciò che devo dire e ciò che devo decidere?

Se sono venuto libero di ascoltare, questo Dio vivente, mi guiderà! Gesù, acqua viva, disseterà la nostra sete! La potenza e l’ispirazione dello Spirito Santo sarà con noi! Quello che noi vogliamo è fare nostre le parole del salmo… che ognuno dica a Dio e a se stesso: “La mia anima, la mia anima, ha sete del Dio vivente! Il mio desiderio è stare vicino a Dio, vedere Dio faccia a faccia!

A volte pensiamo di essere quelli più vicino a Dio, invece potremmo essere i più lontani. Gesù lo ha scoperto nella propria vita. Oggi nel Vangelo ci dice: ”un profeta non è disprezzato se non in casa sua”. Lui dunque sta dicendo: “la mia gente non mi accetta!” Quelli che non ci si aspetterebbe sono i più vicini a Dio. Quelli che sono considerati i lontani e gli stranieri, in verità sono loro che stanno sperimentando il Dio vivente! Come Naaman il lebbroso, la vedova di Sarepta. Quando loro hanno aperto il loro cuore a Dio a motivo del loro bisogno, hanno trovato la guarigione, hanno trovato il Dio vivente! Possa oggi questo inizio di capitolo trovarci con il cuore aperto per accogliere il Dio vivente! Per questo preghiamo: “la mia anima ha sete, ha sete, del Dio vivente; quando potrò vedere il suo volto?”